“ Mio caro nonno Talpone – aveva proseguito l’angelo – puoi ben capire che a questo punto avevo deciso di non fare più passi falsi e di non creare ulteriore dolore, così quando ho intravisto un signore ben vestito che giocava alla slot-machine laggiù nel casinò sul molo, al Brighton Pier, ho provato a fargli vincere una bella cascata di monete; lui si è guardato intorno con soddisfazione, ha raccolto con calma la sua vincita e mentre si recava con calma alle casse, un gruppo di persone si litigava il suo posto davanti alla macchinetta mangiasoldi.
L’ho seguito e mi sono accorto che era uno dei soci proprietari, aveva fatto un giro dimostrativo, non mi ha nemmeno ringraziato, ma almeno non si è lamentato.
Sono stato di nuovo a girare per le strade e davanti ad una gioielleria ho visto una signora elegante e truccata come una diva che con aria altezzosa usciva dal negozio rimirandosi la mano che sfoggiava un vistoso anello con diamanti.
Ho provato a raddoppiare la grandezza delle sue gemme, lei vi ha dato un’occhiata stupita, ha sorriso intorno, anche a me, poi è andata via con passo tranquillo verso l’autista che l’aspettava vicino ad un’imponente auto parcheggiata lì vicino.
Ho capito finalmente che forse puoi far bene solo ad un ricco, a quello che ha già tanto, ai poveri potresti far solo del male.”
L’ angelo narrante aveva quindi afferrato il suo bicchiere e con una gran sorsata ne aveva svuotato il contenuto.
Un attimo di tristezza, la sua pinta era finita, poi aveva guardato fissamente nonno Talpone e con voce roca gli aveva domandato
“ Vuoi che ti faccia ricco, giovane o bello ? Non hai che chiedere amico mio “.
“ Per carità, no, no, per favore – aveva esclamato prudentemente il nostro eroe – sto bene così, non si disturbi, grazie !“.
“ Allora ci facciamo un’altra birra ?” aveva azzardato senza troppa convinzione il mio angelo di strada.
Ma poiché la prima pinta gli era stata offerta e ora il turno sarebbe dovuto toccare a lui, dopo un breve attimo di riflessione il vecchietto barbuto aveva comunicato che era tardi, aveva troppo lavoro da svolgere ancora, quindi con un cortese saluto era uscito dal pub, portando con una certa dignità il suo impermeabile biancastro .
Nonno Talpone era rimasto ancora sconcertato con il suo bicchiere in mano, poi guardandosi intorno nel locale affollato aveva scorto la gente che chiacchierava ad alta voce, beveva e rideva, nessuno si era accorto di quell’angelo incredibile che era stato così vicino a loro.
Finì anche lui a malincuore la sua birra e lasciò quel luogo magico, allontanandosi un poco, poi si girò indietro a osservare quello strano pub.
Sull’insegna di ferro che sporgeva fuori dal locale si poteva leggere “ The Angel & the Beast “, l’angelo e la bestia .
Proprio appropriata non c’è che dire, era il luogo ideale perché nonno Talpone incontrasse un angelo, sia pure da strada.
Tornando a casa e ripensandoci gli sorse un dubbio, quel vecchietto bizzarro dalla bianca barba irsuta che aveva incontrato sarà stato davvero un angelo in missione nella cittadina ?
“Non importa – si disse poi- siamo a Natale, diventiamo tutti un poco angelici, o almeno ci proviamo, quindi vogliamoci bene e beviamo allegri in compagnia “.
Alla tua salute, vecchio angelo sconosciuto!
PS
Il resoconto dei fatti accaduti si riferisce ai giorni seguenti lo scorso Natale, mi scuso per la lunghezza, per questo ho diviso, forse inopportunamente, la storia in tre parti.