Che inverno abbiamo passato nella grande città del nord, un freddo tardivo, ma niente pioggia, molto smog e polveri venefiche, continue previsioni di neve mai realizzate, poi finalmente la bianca signora è arrivata.
Non una grande nevicata, ma abbastanza per coprire di uno strato bianco i marciapiedi sporchi e grigiastri, trasformare le troppe auto parcheggiate in piccole dune graziose, cambiando e ingentilendo il triste paesaggio urbano, ovattando tutti i rumori molesti.
Nonno Talpone ha promesso ai nipotini di portarli fuori a fare i pupazzi di neve, sempre se nella notte continuerà a nevicare e domani ce ne sarà a sufficienza.
E’ solo una speranza, un sogno.
Le previsioni del tempo dicono che …
Speriamo si sbaglino, speriamo in una enorme fantastica nevicata, quella che anche i miei figli, ormai professionisti adulti, mi confessano di sperare, per tornare bambini, per fermarsi e osservare una città diversa, fiabesca.
Per conto suo nonno Talpone s’immagina di poter ritornare a casa infreddolito e coperto di neve per potersi mangiare una gustosa polenta calda, con il ragù e i pezzi di salsiccia, la nostra “ Luganega”.
Aprire una bottiglia di vecchio Barbera o di Dolcetto e ricordare gli anni lontani, quando era bambino.
Si, quando tornava bagnato e intirizzito, con i guanti di lana grossa fatti in casa,i calzoni ruvidi alla zuava e le scarpe di para innevate, le gote rubizze e gli occhi luccicanti. Appena cambiato correva subito a tavola dove la mamma gli aveva preparato nel piatto le larghe fette di polenta fumante, ricoperte di sugo e carne; ne avanzava sempre abbastanza per la merenda, tagliata a fette e messa nel forno con un velo di zucchero.
Il mondo allora sembrava meraviglioso.
Una piccola nevicata e i ricordi improvvisamente fanno il miracolo di accendere la fantasia e riportare in vita persone e cose di cui sembrava perso il ricordo.
Mi sorprende sempre quanto poco basti per un attimo di felicità.