RISVEGLI DEL MATTINO


Che fortuna ! Ritornata l’elettricità, nella prima mattina dell’altro giorno era arrivato l’idraulico che aveva subito cambiato il manometro del bombolone, dopo un paio di ore si era vista l’autocisterna che aveva scaricato il gas GPL, la caldaia aveva ripreso a funzionare a regime, calore, cibi cotti. La civiltà è una vera meraviglia.

Abbiamo avuto inviti a pranzo e cene da vari parenti, ieri sera una cugina ci ha offerto una “ cosetta alla buona “ , giusto per fare “ due chiacchere “, secondo lo stile umbro.

A Londra o a Cambridge si sarebbe trattato di un tè con biscotti, magari anche quattro cruditè, forse una fettina di torta acquistata al supermercato.

Qua in Valnerina invece la conversazione è stata accompagnata da fette di pane casareccio tostato con salsiccia calda sciolta sopra, bruschette grondanti di olio appena macinato, anche con spinaci all’aglio, vassoi di grosse mozzarelle con fettoni di pomodoro, prosciutto crudo tagliato a mano, sopressata appena confezionata dal macellaio del paese, carciofi e funghetti all’olio, salamini, piccoli pani impastati con lo zafferano.

Poi ovviamente si è andati sul sodo, un bel piatto di risotto con pisellini fini e parmigiano.

Per farla breve: spezzatino con patate, verdure cotte miste, insalatina riccia, frittata di dodici uova alta come una torta, ripiena di pecorino e verdure cotte, formaggi vari, dolcetti alla panna.

Quando siamo usciti fuori la temperatura era meno cinque sotto zero, le auto non si aprivano per le serrature bloccate, ma  noi eravamo ilari, ottimisti e beati.

Tornati a  casa, accoccolati in due poltrone davanti al fuoco scoppiettante del camino ci siamo gratificati con il bicchierino della staffa e poi a letto al calduccio sotto il piumone.

Tra le sei e le sette di stamattina sono uscito dall’ultimo sogno, diciamo brutto sogno, meglio chiamarlo l’ultimo di una serie di incubi.

Non riesco a capire, da ragazzo e in gioventù i miei sogni erano sempre bellissimi, colorati, aerei, popolati da giunoniche donne bionde e generose.

Magari con amari risvegli conseguenti.

Ora da anziano è tutto il contrario: incubi di notte, anche se con dolci risvegli a fianco della mia bella.

Con la conseguenza che stamane sono uscito da letto raggrinzito, freddoloso, con il catarro e un inizio di raffreddore.

Una corsa ciabattando al bagno, un lavacro freddoloso e rapido, indosso la vestaglia pesante e via in cucina per la preparazione del tè e del caffè.

Apparecchio per due, dopo una mezz’ora scende le scale tranquilla ed emettendo lunghi  sbadigli lei, l’Istrice Amorosa.

“ Come va cara, hai dormito bene? – chiedo premuroso.

“ Benissimo, ho avuto caldo stanotte, ho buttato via le coperte – fa lei stiracchiandosi.

“ Ma come, io sentivo freddo, se lo sapevo mi sarei avvicinato per farmi scaldare – insinuo ammiccando.

“ Non ci provare nemmeno, voglio dormire in pace – precisa lei in tono serioso.

“ Scherzavo via, certo che quarant’anni fa eri tu la freddolosa che mi chiedevi un caldo abbraccio … bei tempi ! – sospiro , con gli occhi sognanti.

“Ah che lagna, ti ripeti sempre !- comincia ad infervorarsi lei.

“ Beh io ho avuto una serie di incubi. E tu? – mi affretto a domandare, cercando di sviare una piccola tempesta mattutina.

“ Stavolta ho fatto un sogno strano, la maestra accompagnava a scuola un figlio, ancora piccolo, con la sua auto; io doveva seguirla con la mia, ma mi accorgevo che non c’era più, me l’avevano rubata. Cercavo un cellulare per chiamarti o per chieder soccorso, ma anche la borsetta era sparita. Mi trovavo in un paesetto buio e sperduto, mi incamminavo per la strada e incontravo un pazzo esagitato che urlava e minacciava …”

“ Finalmente un incubo anche per te – la interrompo per congratularmi – e poi, poi cos’altro ti è capitato ? Ha cercato di strozzarti, è arrivato un lupo, è caduto un fulmine, cosa è successo, dai, racconta”.

“ Oh niente, io ero tranquilla, per esperienza so come comportarmi con i pazzi. In seguito è tornata la maestra con il bambino e insieme siamo andati a scuola. I miei sogni finiscono sempre bene “.

“ Comunque cara zucca – prosegue lei serafica – penso che dovresti mangiare meno alla sera, ricordati dei tuoi diverticoli. Da oggi ti metto a dieta, niente vino e liquori, e due belle patate lesse a cena”.

E io ingenuo che pensavo di essermi ormai risvegliato dagli incubi.

Un pensiero riguardo “RISVEGLI DEL MATTINO

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