In queste giornate di sole di fine inverno, ancora gelide, ci si sente rattrappiti, con le ossa quasi disarticolate e doloranti.
Il mio passo è goffo, anche quando cerca di essere spedito, mi sento senza forze.
Effetto gioventù, è chiaro, diciamo che la colpa è della primavera imminente.
Quando alla sera mi vado a coricare nel letto è con vera soddisfazione, quasi una goduria, che mi stendo supino, coprendomi con il piumino fino alla punta del naso.
Le lenzuola fresche, la morbidezza avvolgente del materasso, la lieve copertura che mi avvolge provocano una sensazione rassicurante e liberatoria, che mi fa venire in mente i tempi dell’infanzia, quando, avvolto nelle coperte, mi immaginavo di essere calato in una sonda spaziale, vagando tra le stelle in ricerca di solitarie avventure.
Mi ricordo i rapidi movimenti delle mani, ben strette al corpo per evitare ogni passaggio d’aria, con le quali scansavo asteroidi vaganti, deviavo dalle traiettorie di navi spaziali nemiche o procedevo a prudenti atterraggi su pianeti sconosciuti.
La moglie mi ha trovato più tardi così imbozzolato tra le lenzuola, con la luce del comodino accesa e gli occhi chiusi.
“ Dormi ?”
“ No, sono sveglio, sto pensando.”
“ Va bene, intanto ti spengo la luce.”
Lui vorrebbe protestare, ma è troppo impegnato ai comandi della sua piccola astronave, non ha tempo per queste sciocchezze e, con una graziosa virata, da pilota spericolato, scivola via nei suoi sogni di bambino.