Questa non è una fiaba, anche se la realtà può essere intrigante come le favole.
C’era una volta Teo, un cane tramviere, che dal deposito dell’Azienda Trasporti di via Teodosio ogni mattina presto usciva per girare tutta la città di Milano.
Anche senza la divisa e berretto non pagava il biglietto, perché era stato assunto come mascotte del Deposito.
Quando un mio amico tramviere mi raccontò la storia, mi é venuto in mente che anche mio nonno Francesco, bigliettaio sui tram, portava in giro per la città mia madre e mia zia da bambine.
Erano tempi lontani e poveri, poter fare gratis la circonvallazione di Milano sembrava una gran cosa.
Allora le gite fuori porta erano fino al santuario di Caravaggio e le vacanze con il trenino si passavano a Dormelletto, sul Lago Maggiore, nelle stanzette del bisnonno casellante.
Tornando a Teo, figlio di una cagnetta randagia i cui vari cuccioli furono smistati tra i vari depositi tramviari, mi chiedo quali fossero i nomi delle sue sorelline, Missy per quello di via Messina, Molly per Molise, Ticcy per il Ticinese ?
Ho poi saputo che Teo preferiva i furgoni e i camion degli operai della manutenzione rete, sul cui cassone usciva di prima mattina, per poi girellare da solo nella città e ritornando prima di sera al suo Deposito con le vetture degli operai che aveva trovato per strada.
La sua attività cittadina finì quando si ritirò in pensione l’operaio tramviario che lo accudiva.
Così Teo, anche lui anziano, lasciò il Deposito di via Teodosio per seguirlo in un paesino del Piemonte.
Anche senza stare nella grande metropoli laggiù i camion non mancavano.
Forse avrebbe dovuto ritirarsi dalla sua passione motoristica, con gli anni era diventato quasi cieco.
Per contrappasso fu un camion a travolgerlo, ahimé non era dei suoi amici tramvieri milanesi.