Ci sono giorni in cui si è travolti da un’inaspettata onda di melanconia, una plumbea nausea per tutto quello che è intorno a noi.
Ci capita improvvisamente, magari senza un grave motivo, basta una piccolezza, una lieve ombra e tutto si oscura.
Per giorni interi si rimane impantanati, senza il gusto di esistere.
Cosa capiterà mai quando verranno i veri dolori, le disgrazie, le preoccupazioni gravi?
Magari saranno meno gravose perché vi è una causa, un’avversario visibile da combattere.
Così sentendosi sciocchi e miserabili si scende ancor più nel proprio inspiegabile gorgo.
Si cecerca solo un anfratto solitario in cui nascondersi.
Poi avviene un incontro inaspettato, un figlio che ti invita fuori, la vicinanza con i nipotini e tutto si rischiara.
Riesci finalmente a respirare a fondo, trovi un particolare che ti fa sorridere, guardi il cielo coperto ma attraverso la pioggia vedi il sole e ti senti stupidamente coinvolto nel momento che stai vivendo
Riemergere dai pensieri oscuri è come rinascere e vorresti ringraziare il mondo intero per esistere.
Sarà questa la melanconia di cui parlavano gli scrittori di un paio di secoli fa?
Non solo gli scrittori ma tutti noi, donne e uomini siamo soggetti a queste spiacevoli cadute di umore, giovani e anziani. Guai a non riuscire a risalire a galla.
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