” S’i fosse sindaco di Milano…”
Scusate, ma il sonetto di Cecco Angiolieri mi frulla insistente nella testa.
No, non voglio allagare o bruciare la mia amata città, però che noia stare chiuso in casa a scrutare dal balcone le strade vuote.
Nei giorni scorsi ci sono state purtroppo due ambulanze ai portoni delle case di fronte a noi, prima per una ragazza, poi per una coppia di anziani, dove dopo qualche giorno hanno messo un drappo nero.
Non parlo di questi episodi per carità, ma ieri è arrivata un’autopompa dei vigili del fuoco.
Tutti trepidanti alla finestra, però non si è visto fumo né cornicioni pericolanti o gatti miagolanti e disperati sulle grondaie.
Dopo dieci minuti sono andati via in silenzio e tutto è finito lì.
Scusate, ma noi che eravamo affacciati alle finestre a curiosare, ligi alle norme, rinchiusi in casa da settimane, possibile che non hanno pensato di alzare almeno una scala, aprire una pompa per innaffiare i giardini della piazza, non dico tanto, ma così, per darci un contentino?
S’i fosse sindaco di Milano manderei in giro per le strade qualche ruspetta, un buchetto qua, un buchetto là, transennato naturalmente.
Con qualche raro operaio in tuta arancione e mascherina per cazzeggiare vicino alla buca.
Come succedeva sempre quando in passato c’era traffico e queste eterne buche bloccavano la circolazione.
Noi anziani amiamo vedere lavorare gli altri, seguire con il binocolo cosa fanno, commentando e criticando quello che stanno facendo.
E adesso?
Dobbiamo proprio ridurci solo alla televisione?