Avevo fatto svariati tentativi di svegliare nonno Talpone dal suo letargo quotidiano.
Una gentile lettrice ha persino scritto, preoccupata per il suo lungo silenzio.
Per questo mi sono deciso a fare decise pressioni perché parlasse e avessi qualcosa da riferire.
Lui, con gli occhi ancora trasognati, ha sollevato il viso dalle pile di libri che ingombrano sempre più la scrivania, chiedendo :” Che giorno è oggi ?”
Quando ho riferito che dovrebbe essere il 27 maggio, lui ha sorriso allegro e giulivo, osservando che era il giorno dello stipendio.
Inutile ricordargli che ormai è in pensione da vent’anni.
Ho invece insistito per chiedergli come stava e come passava il tempo in questo periodo virale.
Non trascrivo le sue parole perché sono le stesse frasi usate il 20 aprile scorso, più di un mese fa.
Deprimente.
Ma da povero segretario, se mi posso permettere un’osservazione, guardandoci intorno ci accorgiamo che la gente è cambiata e non in meglio.
È aumentato il traffico delle auto, aggressivo e impaziente, alcuni negozi e bar sono aperti, biciclette e monopattini elettrici scorazzano spavaldi sui marciapiedi, molti seguono la moda della mascherina al collo, come fosse una cravatta.
Abbiamo sofferto molti contagiati e morti, pochi hanno fatto guadagni enormi e moltissimi sono quasi alla disperazione, altro che vacanze al mare.
Ho timore che la resa dei conti la vedremo tra pochi mesi.
Bentornato, facciamoci coraggio e speriamo bene!
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Ma allora nun si moruto propriu
Zittu e mutu me penzava Che poretto te anca te a Milanu te ne fossi itu.
Che te possino caricatte
Mo proprio ce pensava che ho finitu nu bellu caminu avanti casa che c’è volevu fa l’ inaugurazione co’ tantu de bottije da rompe come li inglesi co’ le navi.
Solu che noantri de Melezzule mica semo scemi prima c’è le bevemo e poscia le rompermi.
Vie giù che c’avemo l’aria bona, senza l’onde magnetiche gravizionali come dice sempre lì vostru generale Palla di Lardo.
Lu vinu, du par de bruschette, nu piattu de ciriole, la sarsiccia bona, nu cinghialetto at sugo, la grappetta e che voi deppiû
Viè giù Nun te fa pregà mannaggia li pescetti verdi fritti e fumicati.
Tuo Pasquale Birretta.
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Grazie dell’invito, scenderò nella dolce Umbria appena possibile, sempre pronto alle cerimonie di varo di imbarcazioni o caminetti rustici.
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