Non vi è un errore nelle date, solo che lui, nonno Talpone, insiste per mantenere un suo calendario personale, io devo obbedire agli ordini.
Pensate che all’inizio della pandemia a marzo, quando hanno posto dei limiti alla circolazione, lui, arrabbiatissimo, ha cominciato ad annotare su un grande foglio a quadretti il numero dei contagiati, dei ricoverati e dei defunti.
Sulle varie colonnine verticali precisava anche la nazione di appartenenza.
Giorno dopo giorno le colonnine si riempivano di numeri progressivi, in testa allora vi era la Cina, seguita dalla Corea.
Poi nelle classifiche sono comparse le nazioni europee, Italia in testa, seguite dalle Americhe, alternando i vari Paesi nel punteggio più alto nella macabra gara dei contagi.
Una sensazione crescente di depressione e angoscia.
Le notizie di parenti e conoscenti colpiti dal virus e scomparsi lo hanno depresso, come tutti ovviamente.
Restavano solo alcune annotazioni curiose.
Per esempio, uscendo per andare alla vicina farmacia, circa 600 passi secondo il suo orologio da runner , quelli erano tempi lontani ed eroici, ha potuto contare le persone camminavano impudenti senza mascherina protettiva.
Tra 12 e 15 individui, tra donne e uomini.
Poteva così calcolare una media nelle sue rare uscite, circa un idiota ogni 40 passi.
Ha potuto ascoltare di persona da alcuni delle affermazioni come ” In giro per le strade tutti quelli con la mascherina sono comunisti !”
Nonno Talpone viveva in una repubblica staliniana e non lo sapeva!
Un sociologo dovrebbe analizzare i motivi che spingono le persone di destra e i fascisti a negare il rispetto per la salute degli altri uomini, con la scusa di una pretesa libertà personale di fare tutto ciò che vogliono.
Ma queste sono tristezze, bisognerebbe essere vaccinati anche contro la stupidità e il menefreghismo.
Allora lasciamo che qualche anziano si rifugi in conteggi inutili, nelle scelte di un calendario personale, persi nei loro giorni sempre uguali, in attesa dell’incontro con i nipoti, i figli, gli amici per fare tornare un sorriso sui loro visi corrugati.