E IL MORIR MI E’ DOLCE PER LE TUE MANI


Capita talvolta di essere in giro con il nipotino maggiore, lo Scoiattolino di otto anni, per accompagnarlo al campo giochi o per passeggiare insieme.

La sua è un’età ormai quasi matura, in bilico tra l’essere ancora un bimbo e le curiosità, non dico dell’uomo, ma del ragazzo che scopre i temi della vita.

Eravamo al parco giochi io e lui, che si era arrampicato in cima ad un palo contornato da funi intrecciate, in cerca di equilibri instabili e visioni dall’alto.

Ad un certo punto si è voltato in giù verso me e ha chiesto a bruciapelo :

“ Nonno, tu credi in Dio ?  Pensi che Gesù sia esistito ?”

Nonno Talpone, come fosse con un adulto, gli ha risposto con meditata semplicità, esponendo le sue convinzioni, le sue titubanze, il suo poco sapere, perché quelle erano domande esistenziali su Dio e le sue manifestazioni che ogni uomo si è posto da sempre .

Il piccolo lo ha ascoltato attentamente per cinque minuti, poi ha esclamato :

“E ora io sono il capitano coraggioso con la spada e tu il mostro marino che vuole attaccare la mia nave, difenditi!”

In breve con una sciabolata decisa ha ucciso la creatura orrenda ai suoi piedi, lanciando un grido di vittoria.

E il morir m’è dolce per le sue mani.

PS

Ricordo ora i fatti avvenuti ai primi di gennaio e il post non era poi uscito perché in quei giorni erano avvenute le stragi di Parigi.  La concomitanza mi era sembrata tale da rendere impensabile il narrare la mia piccola storia.

E’ stato giusto lasciar sopraffare il nostro piccolo mondo quotidiano di affetti, gioie e avversità dalle tragedie del mondo?

DOMANI


Domani, quando usciranno dalla scuola elementare, rivedrò finalmente i miei piccoli nipotini, lo Scoiattolino e il Polipetto, , tenendo in mano i sacchetti di ciambelle alla crema e i cornetti al cioccolato, sempre preoccupato che siano troppo affamati e denutriti.
Cercherò di non dimenticare le loro piccole borracce di acqua gassata, né i sacchetti di caramelle Coca Fritz e i confetti, infilandoli nelle tasche della giubba.
Li aspetterò impaziente fuori dalle porte, schiacciato nella ressa delle madri cicalanti e ansiose e di altri nonni come me, dondolandomi sulle gambe nervosamente, come quando si aspetta un amichetto di gioco.
Poi li abbraccerò al volo, sollevandoli in aria come se fossero degli uccellini da liberare dalle gabbie.
Li guarderò con occhi golosi e ammiranti, come se li vedessi per la prima volta.
In quel momento vorrei accompagnarli subito in qualche avventura gioiosa e mirabile, qualcosa di incredibile e sognante, a cui sarei il primo a prestar fede ingenuamente.
Perché allora fuori dalle cancellate della scuola, accostata al marciapiede, invece della mia vecchia auto, ci sarebbe un veliero dorato che beccheggiasse impaziente sull’asfalto, su cui salire a bordo tutti quanti come avventurosi bucanieri.
Ma so che mi accontenterò di portare in spalla i loro zainetti colorati, guardandoli divorare golosamente le loro merendine, accompagnandoli al vicino campetto di gioco, dove scherzeranno con gli amici della loro età.
Ormai sono cresciuti, sono dei piccoli adulti.
Purtroppo sono rimasto un bambino intrappolato in un corpo troppo grande e ormai avvizzito, ma li aspetterò comunque con paziente rassegnazione, perché quando mi vorranno chiamare o avranno bisogno di me sarò sempre a loro vicino.
In beatitudine.

PS
Nonno Talpone, con cui ancora non ci parliamo, mi sta guardando sopra le spalle e ha borbottato diversi grugniti di approvazione.

PISAPIA E LA MADUNINA


Com’è allegra la vita del pensionato !

Basta non pensare ai soldi e ai conti da pagare e poter godere la compagnia dei bambini, nostri o quelli degli amici; il tempo scorre piacevole e veloce, per lo spettacolo non bisogna nemmeno pagare come quando si va al cinema.

Nonno Talpone e nonna Istrice sono stati ancora dai nipotini, cercando di distrarli da una furibonda battaglia a bastonate con le spade laser della saga di Guerre Stellari.

Sono nell’età in cui la lotta, gli spintoni, gli sgambetti e le mazzate hanno un richiamo irresistibile in questi maschietti solitamente tanto dolci.

Dato che sono ancora malaticci, non si possono portar fuori ai giardini per  correre e sfogarsi con i normali giochi di destrezza e di pallonate.

Finalmente riusciamo a convogliarli sui magici cubetti Lego, stranamente ora che sono grandini dispongono della serie duplo, mentre un anno fa i genitori li fornivano di quelli a pezzettini minuscoli da orefice.

L’importante è che si tengano occupati e tranquilli, Scoiattolino e Polipetto non gradiscono costruzioni complicate, solo case e torri, invariabilmente ardite e traballanti.

Per dare un tocco di novità chiediamo di costruire un palazzo per il sindaco Pisapia, spiegando che come responsabile della città si deve montare una specie di castello grande e maestoso con tutti i cubetti disponibili, dove metteremo anche gli omini degli uffici di governo.

“ Possiamo usare anche gli ometti Playmobil vestiti da cavalieri medioevali e da pellerossa ?”

“ Non proprio, prendiamo questi vestiti da poliziotti, diciamo che sono i vigili urbani, quelli che aiutano ad attraversare la strada davanti alle scuole “

“ Ah quelli che danno le multe “ precisano loro.

“ Va bene, fanno anche quello, adesso il poliziotto con il cappello più grande diventa Pisapia, mettiamo insieme una grande piattaforma, tu Scoiattolino costruisci insieme alla nonna, Polipetto riceve dal nonno i cubetti e li trasporta con il camioncino dallo scatolone al tuo cantiere”

I bambini lavorano con fervore ed attenzione, la forma è logicamente bizzarra, richiama la cattedrale di Gaudì, in cima ai pinnacoli mettono due sedili del Lego e qualche palma.

“ Perché quelle poltroncine e gli alberi ? – chiede perplesso nonno Talpone.

“ Così si può vedere il panorama dall’alto – precisa lo Scoiattolino – poi  i giardini servono per giocare sui tetti e Pisapia sta seduto con loro “.

“ Ma non credo che lui abbia il tempo di giocare, ha tanti pensieri e decisioni importanti da prendere “.

“ Allora ci metto la statuetta di Dart Fener, Pisapia lo metto tra i cattivi da combattere – afferma lui determinato e rabbioso.

Questo pare troppo a nonno Talpone, già il professore  M. gli procura continue delusioni, cerca quindi di salvare almeno il suo sindaco, inizia una trattativa serrata, alla fine si decide che si costruiranno giardini pensili sui tetti , invece di orrende mansarde, nonché delle piccole piscine per i bambini e Pisapia con i suoi vigili starà seduto tra loro a fare il capo dei buoni.

Poi combatteremo il nero Dart Fener e i suoi cattivoni, quelli che tolgono gli spazi verdi ai bambini della grande Milano.

Nonno Talpone ha promosso il sindaco al seggio in cima al palazzo comunale, una posizione un po’ scomoda, ma non preoccupatevi, in cima al Duomo manterremo sempre la nostra Madonnina.

“Stè tranquil, in sul Domm ghe sarà semper la Madunina”.

PRIMI IN CLASSIFICA


L’intervento dei nonni per curare e seguire i nipotini ammalati si è prolungato tre giorni, poi gli altri nonni hanno richiesto con decisione di effettuare un ricambio, perché si sa, un nonno ha sempre paura di essere dimenticato.

L’anziano si chiede “ Oggi non mi hanno chiamato, si saranno dimenticati di me ?

I nipotini se non mi vedono almeno due volte alla settimana potrebbero pensare di poter vivere senza noi nonni.

Se chiamano gli altri e non noi, significa che non ci vogliono più bene?

Siamo forse retrocessi in categoria B, come nei gironi dei campionati?”

L’angoscia di molti nonni è proprio quella del declassamento e la perdita della categoria A, i primi in classifica, quella che garantisce lo scudetto.

Parlo evidentemente dei casi in cui ci sono due coppie di nonni disponibili, il che non sempre accade, è senz’altro un’eventualità fortunata per le coppie di giovani sposi, ma richiede loro una notevole dose di pazienza e di diplomazia.

Nonno Talpone ritiene di essere immune da questo morbo, lui afferma che accetta senza discutere anche la categoria B, garantisce che la cosa importante è divertirsi con i nipotini quando può e ogni volta che è richiesto.

Ma forse non è credibile nemmeno questa sua affermazione, come molte altre di quello che lui pensa e afferma, chi può indagare nelle profondità dei sentimenti del cervello umano, che quando invecchia certe volte fa emergere sorprese impreviste e incredibili.

Comunque lunedì scorso era lo Scoiattolino ad esse colpito da tosse e febbre, il giorno seguente si era ammalato anche il secondo, il capelluto Polipetto ( vulgo la Piovretta ) con un febbrone da cavallo e vomito.

Quindi terzo giorno di intervento nonnesco, la serie B, con il difficile e faticoso compito di interessare e far giocare i piccoli affetti da attacchi di febbre e malessere generale.

Loro poverini richiedevano continue coccole, attenzioni, pazienza e spirito d’inventiva.

Alla fine, la sera prima di uscire per ritornare a casa nostra il Polipetto ha voluto stringere al collo nonno Talpone e baciandolo ha balbettato “ Nonno, tu .. tu .. sei il primo !”

Incredulo, quasi sveniva dall’emozione quel vecchio pirata dell’isola che non c’è, l’ha stretto ancor più forte a sé.

Il piccolo, respirando dopo il quasi soffocamento ha proseguito “ Ma … ma… la pr…prima è nonna Istrice !”

Abbozzo di sorriso, pazienza.

Ma il Polipetto non aveva ancora finito “ Pe…però … la …prima è mamma !”

Va bene, è anche giusto così.

Un grosso respiro e il bimbo conclude in fretta “ Sa… sai … il pri… primo è papà !”

Siamo felici di annunciare che è emerso un nuovo esperto diplomatico, l’ultimo erede della famiglia dei primi di Milano, quello che gestirà le future eventuali contese.