Non sono depresso.
No, come esserlo in questo giorno di sole.
Appunto, perché non arriva fulmineo un temporale, cielo oscuro, lampi, tuoni, secchiate d’acqua che colpiscono i vetri mentre noi, chiusi fortunatamente all’interno della nostra casa, guarderemo fuori la strada desolata e lo scatenarsi della natura.
In effetti si sta scatenando con un cielo radioso, l’aria tiepida e un inganno nascosto e invitante.
Spalanco la finestra e mi affaccio allo stretto balcone come dovessi aprirmi a tanta bellezza.
La strada è vuota, qualche taxi è in fila immobile nella corsia, tutto è calmo come in una pigra giornata di ferragosto.
Ecco, da un angolo spunta una ragazza con una mascherina blu e due borse ricolme della spesa, si affretta verso casa, forse sta calcolando se ha dimenticato qualche cosa della sua lista di acquisti.
Alle mie spalle la musica ritmata della Carmen, mi giro e vedo il gatto che dorme sul mio piumino, arrotolato su se stesso, con una saggia beatitudine.
La mia scrivania è quasi completamente occupata da molti libri impilati, al centro capovolto un libro giallino con un segnalibro, è ” La cripta dei cappuccini ” di Joseph Roth, che mi fa compagnia da ieri.
Tra poco ascolterò il bollettino delle 6, con i dati della Protezione Civile e a fianco del libro è già pronto il foglio quadrettato con l’elenco delle cifre per l’aggiornamento quotidiano.
Mi viene da sorridere, mi rendo conto che in questa Europa divisa, rissosa ed egoista tutti i suoi abitanti in fondo sono uguali.
A Parigi si ripete l’assalto ai treni per fuggire dalla metropoli infetta, come pure l’assalto ai supermercati con gli scaffali vuoti, per un futile accaparramento come si fosse in tempo di guerra.
Il timore del virus diffuso tra la gente sta sgretolando il nazionalismo egoista, alla fine ci renderemo conto che siamo tutti uguali, umani e sofferenti.
Rimpiango la mia casetta tra gli ulivi, solitaria sulla collina che domina la Valnerina.
Ma ritornerò.
Stai sicura un giorno ritornerò.