Erano appena usciti dal Teatro della Scala, la rappresentazione della Cenerentola di Rossini era stata applaudita entusiasticamente da bambini di ogni età che vi erano presenti, accompagnati dai loro parenti.
“ Adesso torniamo a casa nonno ?”
“Ma stai scherzando ? Tutta vita ragazzo mio, siamo soli, liberi e indipendenti, preferisci hamburger e patatine o un gustoso dolcino con aranciata al Motta di piazza Duomo ?”
Il piccolo aveva scelto la seconda soluzione e così, mano nella mano, tenendo ben stretta la locandina del teatro autografata da un paio di cantanti, avevano attraversato orgogliosamente la Galleria, per entrare nel famoso locale.
“ Vuoi un bondonde, con coca o aranciata ?”
“ Ma nonno, ora non dico più bondonde ma bombolone alla crema, sono grande ormai !”
Questi bambini, chissà perché, vogliono dimenticare le loro buffe e deliziose storpiature verbali dell’infanzia, che li rendevano così adorabili : il cugo, i pilati, il cocciolato, la billa.
Oh che bei tempi andati!
La giovane cassiera nel consegnare lo scontrino gli aveva detto “Ma come sei fortunato ragazzo mio ad avere ancora il nonno, il mio l’ho perso anni fa !”
Questo sfogo spontaneo aveva commosso nonno Talpone e l’aveva fatto sentire in colpa, incrinando il senso di gioia della magnifica giornata.
In seguito la ciambella zuccherata alla crema era stata divorata con gusto, la bottiglia di Coca Light con due cannucce, ormai dimezzata, si ergeva solitaria sul tavolo cosparso di briciole e fazzoletti di carta spiegazzati, lo spettacolo al di là delle vetrine continuava incessante, ma stava finendo la loro pausa felice.
“ Mi piacerebbe averne un’altra – aveva pigolato il piccolo, forse per non rompere l’incanto.
“ Ma certo caro, una, due, cinque, cento, una fabbrica di ciambelle amore mio, diamoci una botta di vita!”
Alla cassa del bar oltre ad un’altra ciambella nonno Talpone ha voluto ad ogni costo offrire alla cassiera una confezione di cioccolato a sua scelta.
“ Non può rifiutare signorina, è da parte di suo nonno, un regalino tutto per lei !”
La ragazza aveva scelto un pacchetto di Baci Perugina, ne aveva offerto uno al piccolo e aveva voluto sfiorare con un bacio la guancia del vecchio signore, che era arrossito e avrebbe voluto sprofondare sotto terra, ma aveva poi resistito coraggiosamente.
Quello in fondo era un solo bacio per procura, per ringraziare il proprio nonno, per un attimo ritornato da lei.
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E IL MORIR MI E’ DOLCE PER LE TUE MANI
Capita talvolta di essere in giro con il nipotino maggiore, lo Scoiattolino di otto anni, per accompagnarlo al campo giochi o per passeggiare insieme.
La sua è un’età ormai quasi matura, in bilico tra l’essere ancora un bimbo e le curiosità, non dico dell’uomo, ma del ragazzo che scopre i temi della vita.
Eravamo al parco giochi io e lui, che si era arrampicato in cima ad un palo contornato da funi intrecciate, in cerca di equilibri instabili e visioni dall’alto.
Ad un certo punto si è voltato in giù verso me e ha chiesto a bruciapelo :
“ Nonno, tu credi in Dio ? Pensi che Gesù sia esistito ?”
Nonno Talpone, come fosse con un adulto, gli ha risposto con meditata semplicità, esponendo le sue convinzioni, le sue titubanze, il suo poco sapere, perché quelle erano domande esistenziali su Dio e le sue manifestazioni che ogni uomo si è posto da sempre .
Il piccolo lo ha ascoltato attentamente per cinque minuti, poi ha esclamato :
“E ora io sono il capitano coraggioso con la spada e tu il mostro marino che vuole attaccare la mia nave, difenditi!”
In breve con una sciabolata decisa ha ucciso la creatura orrenda ai suoi piedi, lanciando un grido di vittoria.
E il morir m’è dolce per le sue mani.
PS
Ricordo ora i fatti avvenuti ai primi di gennaio e il post non era poi uscito perché in quei giorni erano avvenute le stragi di Parigi. La concomitanza mi era sembrata tale da rendere impensabile il narrare la mia piccola storia.
E’ stato giusto lasciar sopraffare il nostro piccolo mondo quotidiano di affetti, gioie e avversità dalle tragedie del mondo?
T’ARRICORDI ?
Oggi finirà la nostra piccola quaresima, dopo una settimana di assenza andremo all’asilo e alla scuola dei nipotini per stare insieme con loro, giocando e scherzando per tre sole ore.
Sentirò ancora il Polipetto chiedere “ T’arricordi nonno quando facevi il cavallo e io l’imperatore ?”
Poi messo a carponi lo farò salire in groppa al vecchio ronzino, con una tovaglietta legata al collo come un mantello, mentre lui brandendo uno stecco o un ombrello come una spada, mi spronerà verso la conquista dell’altra stanza.
I “ T’arricordi ?” arriveranno a fiotti, per disegnare insieme castelli e animaletti, per costruire il palazzo di Lego del sindaco Pisapia e dei suoi vigili, per iniziare gare di formula uno con macchinine malconce.
I piccoli non sanno ancora che i nonni vivono di ricordi, anzi questi sono ogni giorno più preponderanti dei fatti reali, verso la fine saranno quasi assoluti, rendendoli più facilmente assimilabili alla loro essenza finale : un ricordo, si spera piacevole.
Forse per questa magia del ricordo nonno Talpone cerca di frequentare le persone che gli fanno rivivere gli amici più cari, quelli di cui non è rimasto che un nome, delle immagini care.
Ieri ha finalmente incontrato in una pasticceria ( luogo perfetto di incontri, vero mammina?) un vispo ragazzino di due anni, che porta il nome di un suo caro amico, che lo ha lasciato tre anni fa.
Un’assurda e puerile speranza di trasmigrazione delle anime, legata alla fatalità di un nome.
Il piccolo biondo e vivacissimo, doverosamente accompagnato dalla sua dolce mamma, ha giocato, scherzato, strillato di gioia in compagnia di un vecchio signore, alto, pelato, dal naso buffo, specialmente quando vi ha appiccicato una rossa pallina da clown.
Talpone cercava di impersonare anche il nonno che il piccolo non ha mai potuto conoscere e in realtà si è divertito immensamente, come fosse un nuovo compagno di giochi.
Spera di rivederlo ancora, mamma permettendo, per poter scherzare come un nonno virtuale, in forza di un ricordo di un nome.
Chissà, in futuro, una volta cresciuto, il ragazzo chiederà “ Mamma, ti ricordi quel signore che veniva a giocare con me ogni tanto, ma chi era ?”
Un nonno, un uomo buffo, un guizzo di ricordi, come lo stridio gioioso di un gabbiano.
NONNI SCIOCCHI
La scorsa settimana è stata una full immersion con i nipotini, ammalato lo Scoiattolino dal lunedì, febbre per il Polipetto giovedì e venerdì.
Pausa ricambio nonni il martedì, in cui si è curato l’imbottigliamento di una grossa damigiana di Bianco Ortrugo piacentino per il figlio milanese.
Una settimana passata a giocare con i piccoli ammalati, con pazienza e faticoso divertimento e nonno Talpone non la trova affatto sprecata.
L’altro giorno una cognata in una sua telefonata aveva sbrigativamente commentato: “ Ai miei nipoti ci pensi mio figlio, sai cosa si dice a Roma ? Trulli, trulli, chi fa i bambini se li trastulli !”
Altri parenti e conoscenti della nostra età continuano ad affermare decisamente che, anche se sono diventati nonni, loro devono godersi la vita, che hanno lavorato sempre e ora non vogliono più problemi.
Questione di opinioni, di sensibilità personale, anche di capacità naturale di rapportarsi con i bambini.
Non bisogna certo giudicare sbrigativamente gli altri, però per esperienza si può affermare che prima o poi ognuno riceve quello che ha dato, se poi non accadrà così, pazienza, quello che si ha donato per amore non va mai rinfacciato.
Certo che quando quei musetti dolci ci accolgono al nostro arrivo con gridolini e occhi brillanti, con la loro infantile gioia, noi siamo già stati ripagati oltre ogni misura.
Senza esagerare, come molti altri anziani, Talpone può tranquillamente affermare che essere nonni è una fantastica esperienza che prima non si sarebbe mai riusciti ad immaginare.
Sarà forse un sempliciotto, un “ eterno bambinone “ come lo chiama amorevolmente sua sorella, ma il mio amico nonno Talpone trova che la compagnia dei bambini è una gioia che rende più sopportabili tanti problemi dovuti all’età, che è una ricompensa addirittura immeritata, che ogni giorno futuro sarà un regalo bellissimo.
Magari per questo qualcuno potrà dire che è uno sciocco, ma questo è il miglior complimento che lui potrebbe ricevere.
PRIMI IN CLASSIFICA
L’intervento dei nonni per curare e seguire i nipotini ammalati si è prolungato tre giorni, poi gli altri nonni hanno richiesto con decisione di effettuare un ricambio, perché si sa, un nonno ha sempre paura di essere dimenticato.
L’anziano si chiede “ Oggi non mi hanno chiamato, si saranno dimenticati di me ?
I nipotini se non mi vedono almeno due volte alla settimana potrebbero pensare di poter vivere senza noi nonni.
Se chiamano gli altri e non noi, significa che non ci vogliono più bene?
Siamo forse retrocessi in categoria B, come nei gironi dei campionati?”
L’angoscia di molti nonni è proprio quella del declassamento e la perdita della categoria A, i primi in classifica, quella che garantisce lo scudetto.
Parlo evidentemente dei casi in cui ci sono due coppie di nonni disponibili, il che non sempre accade, è senz’altro un’eventualità fortunata per le coppie di giovani sposi, ma richiede loro una notevole dose di pazienza e di diplomazia.
Nonno Talpone ritiene di essere immune da questo morbo, lui afferma che accetta senza discutere anche la categoria B, garantisce che la cosa importante è divertirsi con i nipotini quando può e ogni volta che è richiesto.
Ma forse non è credibile nemmeno questa sua affermazione, come molte altre di quello che lui pensa e afferma, chi può indagare nelle profondità dei sentimenti del cervello umano, che quando invecchia certe volte fa emergere sorprese impreviste e incredibili.
Comunque lunedì scorso era lo Scoiattolino ad esse colpito da tosse e febbre, il giorno seguente si era ammalato anche il secondo, il capelluto Polipetto ( vulgo la Piovretta ) con un febbrone da cavallo e vomito.
Quindi terzo giorno di intervento nonnesco, la serie B, con il difficile e faticoso compito di interessare e far giocare i piccoli affetti da attacchi di febbre e malessere generale.
Loro poverini richiedevano continue coccole, attenzioni, pazienza e spirito d’inventiva.
Alla fine, la sera prima di uscire per ritornare a casa nostra il Polipetto ha voluto stringere al collo nonno Talpone e baciandolo ha balbettato “ Nonno, tu .. tu .. sei il primo !”
Incredulo, quasi sveniva dall’emozione quel vecchio pirata dell’isola che non c’è, l’ha stretto ancor più forte a sé.
Il piccolo, respirando dopo il quasi soffocamento ha proseguito “ Ma … ma… la pr…prima è nonna Istrice !”
Abbozzo di sorriso, pazienza.
Ma il Polipetto non aveva ancora finito “ Pe…però … la …prima è mamma !”
Va bene, è anche giusto così.
Un grosso respiro e il bimbo conclude in fretta “ Sa… sai … il pri… primo è papà !”
Siamo felici di annunciare che è emerso un nuovo esperto diplomatico, l’ultimo erede della famiglia dei primi di Milano, quello che gestirà le future eventuali contese.