Il pomeriggio era stato piacevole, una pausa riposante tra due giornate di convivenza con gli adorati ma impegnativi nipotini.
La mia ninfa era dalla parrucchiera, mi godevo un sottofondo musicale rilassante, sdraiato in una morbida poltrona, con i piedi sul divano di fronte, la piletta dei libri da leggere, da alternare secondo l’umore, per assaporare variazioni di temi e di ambienti.
Niente pero’ puo’ durare a lungo.
La mia longilinea compagna di vita e’ ritornata, sfoggiando compiaciuta i risultati del trattamento ricevuto dalla maga coiffeuse Carmen.
Ho abbassato gli occhiali e apprezzando gentilmente la sua capigliatura, anche se non sono riescito a notare cambiamenti eclatanti.
Devo anche dire che io la trovo sempre giovane e bellissima, come se avesse ancora ventiquattro anni.
Ma non posso dirglielo, lei e’ timida e scontrosa.
I complimenti li devo dosare con cautela.
Non per niente l’ho soprannominata” Istrice Prussiana “.
Il secondo attributo si riferisce alla sua ferrea volonta’, derivata da antenati lanzichenecchi, secondo un dubbio documento genealogico di un prozio monsignore.
Appena uscita dalla sala sono ritornato alla rilettura del mio Don Chisciotte, con ridispiegamento della cartina della Castiglia, scala 1: 200.000, per cercare di capire quale fosse stato l’ipotetico tragitto del mio eroe nella Sierra Morena.
Ma ecco che lei e’ ritornata, si era cambiata, ora e’ in tuta di ginnastica e stringe un borsone, avvertendomi che e’ arrivata l’ora della palestra.
Una sua amica lo scorso anno l’ha convinta a iscriversi ad un corso presso la palestra della vicina scuola elementare.
Non e’ cambiata molto dai tempi che la dovevo frequentare da ragazzino, muri un po’ scrostati, lieve odore di sudore, ricordi di esercizi ginnici che odiavo cordialmente.
Ma il corso costa poco, il trainer e’ un atletico insegnante neopensionato, l’ambiente e’ tranquillo, senza i soliti gasati che devono sfoggiare bicipiti e lanciare grugniti durante i loro sforzi, infatti l’eta’ media e’ abbondantemente sopra i sessanta, una quarantina di donne sempre cinguettanti, tre maschi me incluso.
Lo sport e il movimento fanno bene, sostiene e insisteva l’Istriciotta, insisteva il figlio promettente avvocato e insisteva pure il figlio londinese.
Avevo cercato di rinviare ogni coinvolgimento per oscuri impegni che avevo in corso, non sono stato creduto e infine sono arrivati i perentori consigli di d’oltremanica.
Qui non si scherza.
L’emigrato londinese e’ capace di telefonarti sette o otto volte al giorno, senza pieta’ ne’ remissione.
Una goccia martellante, dopo una settimana o al massimo dieci giorni tutti capitolano.
Nessuno gli ha mai resistito.
Devo dimagrire e morigerami nell’alimentazione, secondo la consorte ?
Lei telefona subito all’emigrato.
L’altro figlio dice che non trova il tempo per fare le analisi del sangue che il medico gli ha prescritto ?
Basta telefonare a Londra.
Sono perfino riuscito con il suo aiuto a bloccare mia moglie che voleva iscriversi nuovamente a un master universitario, dopo aver conseguito durante la nostra relazione ben quattro lauree nella stessa specializzazione medica, secondo me con incomprensibili varianti.
Ci ha salvato da un possibile divorzio.
Comunque l’adorabile nonna mi ha guardato con dolcezza, ripetendomi l’invito a seguirla in palestra, aggiungendo soave : ” devo forse telefonare a Londra ? “.
L’argomento e’ stato decisivo, sono scattato in piedi per cambiarmi con una tuta e afferrare la mia sacca.
Non avevo alcuna voglia di sperimentare la sferza del mio caro figliolo londinese, che si può a ragione denominare ” Il Martello di dio “.
ahhaahahahha! comunque io mi ricordo che quando io ero un piccolo martello in carriera, mio padre, esasperato dai continui martellamenti giornalieri, mi auguro' di trovarmi una dolce meta' che mi dasse pane per i miei denti. e lo disse con una specie di pregustato sorriso sotto i baffi.
me lo ricordo benissimo.
e qualche tempo dopo purtroppo quella malidizione si avvero'.
mi sono infatti trovato una incudine come partner.
posso insistere, martellare, e ripetere il solito canto del fabbro – che di solito funziona con tutti- che lui continua a dire no. con una cocciutaggine nordica irlandese e una alzata di ciglio che suggerisce un "piu' continui piu' ti dico no. fai tu.". qualunque sia l'oggetto della persistenza ovviamente.
e per questo io do la colpa a mio padre. se lui quel giorno avesse fatto quello che volevo io senza obiettare, non avrebbe tenuto necessario di vendicarsi con una stregoneria padrina padana scovata in uno dei suoi libri antichi comprati alle bancarelle dell'usato.
d'altro canto un martello nn puo' che nn stare con una incudine. quindi io sono contento. avrei altrimenti distrutto qualunque altra alternativa.
e cio' mi fa pensare che tutto sommato lui pensava al mio bene cercando di evitare un futuro da single al figlio minore .
oppure era solo terrorizzato all'idea che tale figlio bazzicasse casa vigano' e quindi dover sopportare il continuo martellamento giornaliero per altri venti/trenta anni .
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