Alla fine zio Fiele se n’è andato via.
Nonno Talpone era ancora in un bagno di dolore per la caduta sullo scivolo del box, non si sa poi perché lui debba sempre cadere per frettolosa sbadataggine, ma era ormai più che deciso a questo allontanamento, non poteva più lasciarlo scorazzare nella sua casa, blog annesso.
Alcune conoscenti ed amiche del suo corso di ginnastica della quarta età, tenuto nella vecchia palestra della vicina scuola elementare, erano state avvicinate da zio Fiele e circuite in modo pressante perché cercassero nuovamente l’anima gemella grazie alla sua agenzia matrimoniale.
Passi per le vedove sessantenni, ma insistere con la signora Tullia, arzilla novantunenne e ancora felicemente sposata, perché aprisse il suo cuore a nuovi rosei orizzonti era stato veramente troppo.
Inoltre aveva iniziato una subdola manovra di accerchiamento con i suoi nipotini.
No, non per farli sposare alla loro verde età di sette e nove anni, ma per indagare e carpire i loro risparmi.
Lo Scoiattolino aveva infatti confidato che lo zio Fiele, “Ma chi è questo zio, non ne avevi mai parlato nonno !”, si era più volte informato sui regali monetari ricevuti a Natale, compleanni e nelle occasioni di pagamenti del Topino Azzurro per i dentini di latte a loro caduti.
Quando aveva realizzato che il cospicuo capitale da loro conservato nei porcellini di plastica dorata, ammontante a ben 230 euro, era stato momentaneamente ritirato dalla loro mamma circa diciotto mesi fa, senza nemmeno rilasciare un assegno relativo al suddetto importo , zio Fiele si era profondamente indispettito e aveva brontolato :
“Fatevi almeno pagare gli interessi, direi almeno dieci euro alla settimana, io saprei come farveli fruttare !”
Si era anche interessato alla loro collezione dell’astronave dei Rollinz, che secondo il piccolo aveva un enorme valore, visto la quantità enorme di cibo accumulata nei ripostigli e la dispensa della cucina, in seguito alla loro raccolta presso il supermercato Zeta Lunga.
Purtroppo erano ancora mancanti la principessa Leia e Chubecca, questo ne faceva crollare il prezzo di mercato.
Così, di fronte ad un’ennesima richiesta di prestiti, nonno Talpone aveva finalmente ceduto e , dai mille euro iniziali, dopo una feroce trattativa, vuotando il suo portafoglio, contenente ben 125 euro, aveva almeno salvato il grosso borsellino degli spiccioli in monete varie.
Ieri mattina a mezzogiorno zio Fiele era uscito di casa, dando il braccio da perfetto cavaliere alla Dolores, la nostra donna delle pulizie, quella che ci visita due volte alla settimana per i lavori pesanti.
Per quanto riguarda la Dolores, single sessantenne, che già mantiene qua a Milano una sorella con due figli e nelle Filippine i due genitori e un numero crescente di parenti di vario grado, non credo che potrà essere per lui una lucrosa relazione d’amore.
Avevamo domandato , per pura cortesia, dove sarebbe andato e zio Caino Fiele ,stretto alla sua Dolores, aveva accennato ad un incontro con suo fratello Eva.
Da quanto sappiamo costui, ex campione provinciale di wrestling femminile dovrebbe vivere con qualche gruzzoletto,in un paesino vicino a Bassano del Grappa.
Così, agitando una mano zio Fiele ci ha salutato gentilmente ammonendoci serafico “ Ricordate: il sangue non è acqua, così staccandomi da voi, solo per amore della famiglia andrò a peregrinare per il mondo cercando mio fratello, addio !”
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PAPA’ E’ AL LAVORO MA TORNA
Da qualche tempo il posto di lavoro è un problema preoccupante per tutti, non solo per i giovani al primo impiego o per i cinquantenni che perdono improvvisamente il loro posto creduto sicuro, ma anche per quella classe di mezzo di specializzati tra i 30 e i 40 anni che devono adattarsi alle esigenze di chi vuole la loro esperienza e la loro duttilità, ma chiede anche di muoverli in posti più o meno lontani secondo la necessità.
Spesso le esigenze sono temporanee e il loro coniuge e i figli non possono seguirlo, per motivi vari : il posto di lavoro di chi rimane, la casa di proprietà, le scuole, o il supporto famigliare necessario.
Conosco molti figli di amici che per motivi di lavoro devono spostarsi e soggiornare all’estero o in città più o meno lontane, ritornando a casa solo il fine settimana.
Qualcuno sostiene che questo mette in crisi la famiglia e ne provoca la rottura insanabile.
Personalmente vi ho pensato molto, ma non penso che sia così; se il rapporto a due è basato su amore, rispetto e fiducia non basta la lontananza a dividere la coppia.
Se adesso sembra che l’impiego vada inseguito dove c’è e alle sue condizioni, non posso scordare che anche negli opulenti anni ’70 molti colleghi venivano al lavoro a Milano pur provenendo da lontane città, condividendo tra loro un piccolo alloggio, per ritornare a casa solo il venerdì sera.
Per non parlare di quelli che da giovane vedevo partire per la Francia, il Belgio, la Germania come emigranti e ritornare ai loro paesi solo per Natale, Pasqua e Ferragosto.
Quando ero ancora bambino ricordo che mio padre, tecnico di auto di formula 1, era spesso assente per una o due settimane, ma non per questo veniva a mancare a me o a mio fratello il senso della famiglia, che è stata sempre unita e affettuosamente partecipe fino alla morte precoce di mia madre.
E’ ben vero che un vecchio proverbio, troppo spesso citato, afferma che “ l’occasione fa l’uomo ladro “.
Ma bisogna essere ladri nell’animo o non sapere che cosa sia l’amore.
Purtroppo forse quest’ultima è l’amara verità.
CACCIA AL TESORO
“ Povero piccolo !”
Bisogna dire che nonno Talpone si sta sentendo colpevole, direi rammaricato per l’ultimo post che ha scritto sul suo figliolino, il cucciolo, sì proprio lui, il bistrattato Martello di dio, il suo ultimogenito inglese.
Non che abbia ricevuto rimproveri a tal proposito, il Martello è così impegnato con il suo lavoro di effetti speciali, credo abbia vicina una deadline del film, che ogni giorno parte di casa alle 7.30 del mattino per ritornare alla sera dopo le 9, stracotto, affamato e pronto solo per la cena e il letto, come suo fratello maggiore d’altronde.
Probabilmente non ha ancora avuto il tempo di leggerlo e questo evita per ora dei piccati riscontri.
Ma è giusto precisare che fin da quando il suo babbo, per dirla alla toscana, o “ Il suo Ciccione”, versione famigliare, è arrivato all’aeroporto di Gatwick, il Martello lo ha sempre circondato di affettuose attenzioni, portando la pesante valigia, ripiena di tre grossi pezzi di parmigiano, caciotte, gongorzola dolce, un grosso prosciutto crudo disossato, whisky irlandese single malt di 10 anni; offrendo inoltre generosamente tutta la disponibilità della sua casa.
Appena entrati dalla porta ha chiesto con noncuranza “ Papino, non ti formalizzi vero?”
La domanda era magari superflua, dato che erano tre maschi quelli che dovevano convivere insieme, senza nessuna fanatica dell’ordine prussiano, così si sono inoltrati spavaldi tra bici, mobili, casse accatastate e svariate palline di carta per far giocare i gatti.
Dopo aver gustato giuste porzioni da una scenografica zuppiera di riso bollito con fagioli, carote, lenticchie , finocchietti e altre verdure esotiche elaborate dal barbuto Tasso Irlandese, nella sua fase momentanea di cucina vegetariana, il figliolo ha voluto precisare “ Ciccione, siamo felicissimi che tu sia qua con noi, che bello! Ma non sentirti in obbligo di fare qualcosa, riposati, vai in giro in centro e goditi la vacanza. A proposito hai visto il giardino? No, va bene è buio, domani ti spiego, i pezzi del camino sono quelli là in terra, cosa ne pensi ?”
Poi lo ha strizzato fortemente al petto, cantilenandogli gioiosamente “ Sei grasso, grasso, grasso !”
Ovviamente non contano le parole, ma il tono e le intenzioni con cui vengono pronunciate, per lui era il massimo delle manifestazioni d’amore.
Credo e spero che in ogni famiglia ci sia un piccolo dizionario segreto di parole e frasi, ad uso tribale, per cui appellativi come “ Papera Quack Quack , Pollo, Tuttopiede, Tappa, Cuccioli di uomo, Grasso Grasso “ sono forme verbali equivalenti ad un bacio o ad un abbraccio affettuoso.
La mattina seguente l’anziano genitore è stato fornito di un mazzo di chiavi per garantire la sua totale indipendenza, ha potuto visionare il giardino e lo stato di consistenza delle varie stanze, con il relativo stato di manutenzione, libero di scegliere e pensare.
Durante le giornate ha sempre ricevuto telefonate affettuose, in cui si chiedeva se si stava divertendo e cosa avesse fatto di preciso.
Non c’è cosa più apprezzabile della libertà, così nonno Talpone, con varie pause per il tè, le puntatine al pub, il sonnellino pomeridiano e i giretti tra vari negozi di ferramenta, ha svolto le sue piccole mansioni da bravo pensionato, quasi fossero una serie di piccoli hobby da svolgere in una caccia al tesoro.
Cavi e prese elettriche, avanti un passo, tavole da segare e fissare al muro, avanti, sciacquone smontato ma bloccato da viti marcescenti, passo laterale, manopole delle porte che cadono a terra avvitate, passo avanti, un’ottantina di quadratoni di pietra impossibilitati da smuovere senza leve e posto dove accatastarli, passo indietro, messa in ordine di attrezzi spaiati, latte di vernice, stracci e rimasugli inclassificabili, passo avanti, come nel gioco dell’oco ( o era dell’oca, non ricordo ).
A sera, attorno al tavolo con il solito riso, verdura e condimenti cino-giapponesi-cambogiani, si chiacchera, si discutono progetti, si beve del buon vino e si finisce con un bicchierino digestivo.
Come avviene in ogni coppia, se uno dice bianco, l’altro ribatte che è nero, così il prato all’inglese ritorna alle beole di cemento, il porta tende di ferro si deve mettere o togliere, le rose si devono o non si devono trasformare in zucchine e pomodori. Nonno Talpone assiste equidistante e salomonico nel dibattito di coppia, molti lavori progettati per ora non saranno eseguiti e lui coltiverà le minuzie : l’ordine e l’acquisto degli attrezzi, le viti da fissare, le lampadine da cambiare, le gomme bucate delle biciclette.
I dieci scatoloni di latte d’olio umbro, le bottiglie e le taniche di vino, le conserve di Nonna Papera sono appena arrivate intatte dallo spedizioniere italiano.
Vuol dire che in ogni caso sopravviveremo.
CONDIVISIONI
Ho avuto una notte agitata e questa mattina mi sono svegliato molto presto, ansimavo e non riuscivo a respirare bene, mi lacrimavano gli occhi, in casa vi era uno strano silenzio, salvo il sommesso respiro di mia moglie.
Alzandomi, vacillando leggermente e tossendo a lungo, finalmente ho capito.
Dopo due settimane di convivenza allegra e rumorosa siamo rimasti soli.
Mio figlio, i due nipotini e la madre,l’uccellino Tuttopiede, il giorno precedente erano tornati a casa loro, dopo ben tre mesi di assenza per i lavori di ristrutturazione del loro appartamento.
Felicissimi loro di non essere più profughi ospitati nelle varie case.
Triste io di sentirmi solo, quasi abbandonato.
Piangevo e tossivo convulso.
Veramente da giorni soffro di una leggera bronchite e una fastidiosa forma di congiuntivite acuta.
Però mi piace pensare che anche il mio corpo voglia mostrare di condividere il mio momentaneo sconforto.
IL RE MIDA
Il rito angoscioso del ritorno in auto dall’Umbria, con la macchina stracolma di lattine e boccioni d’olio appena spremuto, filoni di pane casareccio, formaggi, salumi, panetti di panpepati, giochini e regali di Natale, questa volta si è concluso felicemente.
A casa nostra abbiamo trovato la famiglia dei Promettenti Avvocati, con un nipotino, lo Scoiattolino, il secondo arriverà stasera dalla casa degli altri nonni.
Stanchi sì, carichi di bagagli, ma con un’ulteriore quantità di valigioni e sacche di vestiti portati dai nuovi arrivati, che gioiosa confusione !
L’appartamento degli Avvocati è in ristrutturazione, devastato, sventrato, secondo oscure direttive di un architetto che farà spostare muri, porte, stanze e aprire vani segreti del sottotetto.
Per un lungo periodo, uno, due mesi, la famigliola sarà profuga, accampandosi a rotazione nelle case dei nonni.
Beata baraonda!
Stanotte l’ho passata senza incubi e alle sei del mattino mi rigiravo nel letto, febbrile, come da bambino quando aspettavo che ci si potesse alzare per scoprire i regali di Babbo Natale.
A colazione eravamo a tavola tutti insieme, che meraviglia stare accanto al nipotino e divertirlo con storielle sulla scuola.
“ E’ vero che la maestra vi costringe a mangiare tutto quello che c’è nel piatto ?”
“ Ah sì, è vero …”
“ Ti ricordi la filastrocca di Sega Segola che ti cantavo da piccolo, dondolandoti sulle ginocchia? Se non mangi la minestra, patapunfete, la maestra ti butta giù dalla finestra!”
“ Ma no, dai nonno!”
“ Ma tu portati un pentolino termico con gli gnocchi al ragù. La “ schiscetta “ come i muratori, in fondo anche voi siete lavoratori della mente”
“ No, non possono mettere nella cartella nemmeno una bottiglietta d’acqua – interviene mamma Tuttopiede.
“ Un bambino l’aveva chiusa male e ha bagnato tutti i libri – precisa lo Scoiattolino.
“ Allora tu portati la bottiglietta del vino dei bimbi, quello fatto con le visciole da nonna. Se si rovescia avrai i tuoi libri color rosso ciliegia, che bello! – insinua quell’incosciente di nonno Talpone.
“ Niente vino dei bimbi! E tu finisci il tuo latte! – intima il Promettente Avvocato, nonché severo padre di famiglia.
“ Basta latte, non lo voglio ! – piagnucola lo Scoiattolino.
“ Ma come, non sai che dentro il latte c’è anche l’oro, il prezioso metallo dei pirati, quello che voleva ad ogni costo il re Mida ? – inizia il nonno porgendo la tazza al piccolo.
“ Chi era il re Mida ? – fa lui, bevendo dalla tazza.
“ Allora, c’era una volta un re molto avido, che non si stancava di voler altre ricchezze … – continua a raccontare il nonno.
Il latte è stato bevuto, tutti si sono affrettati a vestirsi e uscire, per andare alla scuola e al lavoro.
Il nonno li ha salutati dalla porta, agitando la mano un poco commosso, poi si è domandato “ Ma nella leggenda Mida era proprio un re ?”
Ora sfoglierà i libri della sua biblioteca, di storie ne conosce tante, ma la memoria comincia a fargli brutti scherzi.
E’ RIPARTITO
Era arrivato solo due giorni fa con un valigione da emigrante, pesante e rigonfio, contenente sei grossi flaconi di ammorbidente biologico da lavatrice, come solo all’estero sanno produrre secondo sua madre, con otto vassoi di cibo indiano di varia composizione e pacchi di papadam, per l’esigente fratello promettente avvocato, non dimenticando vari contenitori di humus, da gustare con i tarallucci pugliesi, secondo le pressanti richieste di nonno Talpone.
Ha così impersonato l’originale figura di unico italiano che ritornare in patria con cibo inglese, invece dell’opposta situazione.
Appena giunto a casa ha divorato con estenuante calma tutta la varietà di prelibatezze che mamma aveva preparato solo per lui, ha giocato appassionatamente e dormito con gli adorati nipotini, per lenire un poco il desiderio antico di avere dei figli suoi per completare la sua nuova famiglia, ha trovato dei ritagli di tempo per vedere qualche amico, ha avuto qualche tempestosa discussione con i genitori, tanto per ravvivare la sua presenza, in vene talvolta grottesche tipo “ Volevo studiare da ragioniere e me lo avete impedito !”.
Nella turbolenza di richieste, chiacchere, impegni pressanti, attività e polemiche ha ripetutamente richiesto “ Perché non venite a trovarmi più spesso a Brighton nel week end? In fondo non avete niente da fare “, con susseguenti imbarazzati silenzi.
Stamattina all’alba il Martello di dio è ripartito per il lontano esilio con il suo valigione, giustamente riempito di cibo e taniche di vino, e baciando nonno Talpone il povero piccolo ha detto accorato : “ Mi raccomando papà, non mi massacrare troppo sul tuo blog “.
GAMBA DI LEGNO
Con una flemma e una noncuranza tutta inglese il Martello di dio si è alzato alle sei del mattino, da un’ora il frenetico genitore, nonno Talpone appunto, lo incalzava, saltellando, accendendo le luci, le radio per svegliarlo e farlo correre all’aereo che doveva ricondurlo ai suoi lidi abituali.
Con una calma e incosciente sicurezza che il cielo benigno tutto gli dovesse garantire, l’inglesino si è mosso lentamente, tra starnuti e sbadigli slogamascelle, mentre il padre sempre più agitato lo incitava in continuazione, controllando frenetico dalla finestra l’esiguo numero di taxi parcheggiati nella via sottostante.
Lui è da sempre abituato a salire per ultimo sull’aereo, magari dopo che lo hanno ripetutamente chiamato all’altoparlante con voci sempre più imperative e disperate.
Alla fine, dopo gli ultimi abbracci, è sceso saltellante dalle scale, poi, sotto l’occhio angosciato dei genitori, è riuscito a tuffarsi nell’ultimo taxi disponibile.
In seguito hanno ricevuto il rassicurante messaggio “ Tutto OK, arrivato in tempo “.
Video Skipe serale con i genitori “Uffi ! …Sono tremendamente raffreddato … etci ! Ho sonno, ho fame … ma perché questo specchio è storto ?”
Crash !!!
Si sente un pesante tonfo, colorite espressioni, rabbiosi accidenti lanciati al cielo.
Talpone chiede ansioso “ Cosa ti è successo ? Ti sei fatto male ?”
Ripresa video, un viso enorme, gonfio e lacrimoso “ Aiuto, mi è caduto lo specchio grande, che male boia, ho il pollice con il sangue “
“ Fammi vedere, poverino … ma quello è un piede, allora ti ha colpito l’alluce !”
“ Ma no, è il pollice, dai.. oh, ma tu dici che si chiama alluce ?”
Poverino, oltre che tremendamente imbranato come il padre, il buon Martello ha imparato benissimo l’inglese in questi 18 anni di lontananza, parlandolo ormai curiosamente con un marcato accento irlandese, ma sta rapidamente dimenticando la lingua materna.
Per non parlare di quando si azzarda a citare scampoli di parole milanesi come “ barlafuss “ o “ scarliga merluss “ con un ibrido e orrendo accento umbro-irlandese-lombardo che fa stridere i delicati condotti uditivi di nonno Talpone.
Bisogna comunque consolare il povero infortunato “ Su, non è niente, se tuo padre gira con l’uncino alla mano,” ti te podet fa el gamba de legn “, puoi mostrarti con la gamba di legno, “ te par no ? “, non ti pare ?
VITA IN FAMIGLIA
La sorpresa per i ragazzini era partita con il piede sbagliato.
A mezzanotte un infreddolito e affamato Martello Inglese si era intrufolato nella casa del fratello Promettente Avvocato, i piccoli dormivano ovviamente, non gli restava che assaltare il frigorifero della cucina per ingurgitare porzioni di carne, riso, prosciutto e pomodori.
Una delle cose antipatiche di questo figlio di nonno Talpone è che riesce ad essere sempre affamato, tipica la sua domanda ripetuta ed ossessiva “ quando si mangia ?” o “ Va bene, ma non c’è niente da mangiare qui?”.
Lui sgranocchia, assaggia, ti ruba volentieri dal piatto, ti chiede mellifuo “ questo non lo mangi, vero ?”, rimanendo inspiegabilmente sempre magro e asciutto come un’acciuga salata.
Non capisco perché essendo tutti alti uguali e longilinei ( permettetemi questa affermazione come ipotesi talponesca ) i tre maschi della famiglia abbiano pesi differenti : il padre sui teorici 93 chili, il figlio maggiore circa 83, il petulante minore, l’emigrato londinese veleggi invece tra i 67 e i 73 chili.
Vi sembra leale ?
Inoltre è l’unico esemplare ancora dotato di capelli, non solo presenti, il che rappresenta già una provocazione, ma li ha folti, riccioluti e lanosi come una pecora merinos.
Ma tornando ai fatti accaduti, la mattina seguente il Promettente Avvocato, quando alle sette si sono svegliati i suoi piccoli, ha esclamato con tono giulivo “ Bambini guardate chi c’è in sala !”
Tutti in coro hanno risposto “ Che bello è già arrivato Babbo Natale con i regali !”
Una lieve delusione nello scoprire invece che si trattava soltanto dello zio inglese, senza barba bianca, senza renne, anche se fortunatamente fornito di qualche regalo.
Ma poi è tornata la gioia, gli sono saltati addosso svegliandolo in modo rapido ed energico, si sono fatte comunque grandi feste, in seguito la previdente mamma Tuttopiede ha manda fuori tutti i maschi per organizzare le faccende di casa .
Nonna Istrice era parimente impegnata a cucinare e scrivere i suoi capitoli dell’ennesimo libro sulla demenza senile, così nonno Talpone, che già si sentiva escluso e abbandonato dal mondo, è stato richiamato a far parte della comitiva dei maschietti per un’escursione istruttiva al Museo della Scienza e della Tecnica.
Forse non è stata molto culturale, a parte l’attenzione esagerata verso il sacchetto delle pizzette e delle bibite, i due scatenati bambini si sono interessati soprattutto a cercare di far funzionare le locomotive in esposizione, il piccolo esemplare di Piovra è riuscito ad azionare di nascosto una serie di leve e pulsanti con funzioni sconosciute, sono anche riusciti ad entrare nella stiva del veliero cercando di mettere una palla nel cannone di bordo, senza essere scorti da nessun guardiano nei dintorni, ma facendo sudar freddo il buon nonno Talpone.
La serata si è conclusa con una cena di tipo indiano, arricchita dalle varie pietanze trasportate in valigia dal profugo londinese, oltre a crostini con humus e kimchi preparato in modo favoloso da un’amica coreana.
Nella casa dell’avvocato è stato giustamente apprezzato un vecchio Amarone e del frizzante Ortrugo bianco, tanto per creare un clima multietnico, dopo di che i figli hanno cominciato a scherzare, prendersi in giro e farsi i dispetti, come se avessero ancora l’età dei nipotini, che erano sì allegri, ma alquanto perplessi dei grandi che giocavano come fossero anche loro bambini.
Alla fine i lazzi sono stati dedicati al vecchio pater familias, quel severo nonno che inciampa sempre, batte la testa, si rompe e taglia le dita e vedendoci poco riesce a compiere gaffes indegne.
Benevolmente la dolce avvocato Tuttopiede ha cercato di osservare “Ma poverino, lui non si accorge degli ostacoli perchè è preso da alti pensieri …”
“ Si così alti che sbatte sempre la testa contro gli stipiti delle porte !”hanno subito ribattuto i devoti figlioli.
La sua Istrice Prussiana ha naturalmente riso fino alle lacrime, poi il micidiale Martello di dio ha osservato acutamente “ Certo che semmai il papà dovesse cadere in modo catastrofico e morire, la mamma riuscirebbe a rotolare dalle risate nella fossa e così sarebbero insieme anche per il lungo sonno”.
Bello avere una famiglia allegra, in fondo cosa desiderare di più ?
Certo che se la giovane Istrice avesse accettato la geniale idea talponesca di avere cinque o più figli …
AVEVO LA COSCIENZA PULITA
L’erba dei prati tagliata, la legna messa a posto bene, il mal di schiena garantiva che avevo lavorato sodo, secondo lei, la schiena intendo, questo voleva dire che non avevo più trent’anni, bugia, io stesso non ricordo mai la mia età, che ritengo elastica.
La conferma è arrivata stasera con una telefonata da Londra, il Martello di dio chiamava a rapporto.
Mi sono fatto un rapido esame di coscienza, dunque, l’erba era tagliata, i gatti nutriti, i rapporti con la moglie nella soglia della gentilezza, il suo vino inviato con corriere internazionale, mi sembrava di essere a posto.
“ NO – attacca lui – ma sei impazzito a scrivere su internet, nel tuo blog delle poppe delle gatte ? La campagna a Terni ti sta involgarendo, mettiti in carreggiata.”
Cerco di giustificarmi, era sua madre che chiedeva di vedere se la gatta allattava o no, io mi ero limitato a chiederglielo con le buone maniere, si l’avevo anche minacciata di non darle più gli spaghetti con carne se non mi riportava i cuccioli, ma poi le ho dato da mangiare lo stesso.
Anzi, nel mio ultimo pedinamento di Hilda, avevo avuto la fortuna di scoprire che li teneva nella vecchia legnaia, adesso facevo il servizio a domicilio per loro con ciotole a parte di spaghettata e acqua fresca.
“ Ci voleva poco a capire che li teneva là , scusa, era logico, ma comunque questi termini volgari non usarli più, hai visto i commenti sul blog ?”
“ No, non li ho visti, di solito c’è solo il tuo, non mi legge quasi nessuno”
“ Ecco, non c’era, quindi non va bene, capito ? E poi riporta indietro quel tuo e-book, ti sei fatto fregare dal commesso, fatti ridare i soldi, dopo ne cerchiamo uno buono qua a Londra, non devi comprare le cose senza dirmelo, capito ?”
Ho promesso che non lo farò mai più, intanto non capivo chi era il padre e chi il figlio.
Una cosa sapevo e ridacchiavo malignamente dentro di me, per fortuna tra poco sarebbe uscito dalla famiglia, non ero io il suo futuro compagno di vita, ora sarebbe toccato al suo fascinoso sposo, il Tasso o Badger irlandese.
IL TERRORE CORRE SUL FILO
Il pomeriggio era stato piacevole, una pausa riposante tra due giornate di convivenza con gli adorati ma impegnativi nipotini.
La mia ninfa era dalla parrucchiera, mi godevo un sottofondo musicale rilassante, sdraiato in una morbida poltrona, con i piedi sul divano di fronte, la piletta dei libri da leggere, da alternare secondo l’umore, per assaporare variazioni di temi e di ambienti.
Niente pero’ puo’ durare a lungo.
La mia longilinea compagna di vita e’ ritornata, sfoggiando compiaciuta i risultati del trattamento ricevuto dalla maga coiffeuse Carmen.
Ho abbassato gli occhiali e apprezzando gentilmente la sua capigliatura, anche se non sono riescito a notare cambiamenti eclatanti.
Devo anche dire che io la trovo sempre giovane e bellissima, come se avesse ancora ventiquattro anni.
Ma non posso dirglielo, lei e’ timida e scontrosa.
I complimenti li devo dosare con cautela.
Non per niente l’ho soprannominata” Istrice Prussiana “.
Il secondo attributo si riferisce alla sua ferrea volonta’, derivata da antenati lanzichenecchi, secondo un dubbio documento genealogico di un prozio monsignore.
Appena uscita dalla sala sono ritornato alla rilettura del mio Don Chisciotte, con ridispiegamento della cartina della Castiglia, scala 1: 200.000, per cercare di capire quale fosse stato l’ipotetico tragitto del mio eroe nella Sierra Morena.
Ma ecco che lei e’ ritornata, si era cambiata, ora e’ in tuta di ginnastica e stringe un borsone, avvertendomi che e’ arrivata l’ora della palestra.
Una sua amica lo scorso anno l’ha convinta a iscriversi ad un corso presso la palestra della vicina scuola elementare.
Non e’ cambiata molto dai tempi che la dovevo frequentare da ragazzino, muri un po’ scrostati, lieve odore di sudore, ricordi di esercizi ginnici che odiavo cordialmente.
Ma il corso costa poco, il trainer e’ un atletico insegnante neopensionato, l’ambiente e’ tranquillo, senza i soliti gasati che devono sfoggiare bicipiti e lanciare grugniti durante i loro sforzi, infatti l’eta’ media e’ abbondantemente sopra i sessanta, una quarantina di donne sempre cinguettanti, tre maschi me incluso.
Lo sport e il movimento fanno bene, sostiene e insisteva l’Istriciotta, insisteva il figlio promettente avvocato e insisteva pure il figlio londinese.
Avevo cercato di rinviare ogni coinvolgimento per oscuri impegni che avevo in corso, non sono stato creduto e infine sono arrivati i perentori consigli di d’oltremanica.
Qui non si scherza.
L’emigrato londinese e’ capace di telefonarti sette o otto volte al giorno, senza pieta’ ne’ remissione.
Una goccia martellante, dopo una settimana o al massimo dieci giorni tutti capitolano.
Nessuno gli ha mai resistito.
Devo dimagrire e morigerami nell’alimentazione, secondo la consorte ?
Lei telefona subito all’emigrato.
L’altro figlio dice che non trova il tempo per fare le analisi del sangue che il medico gli ha prescritto ?
Basta telefonare a Londra.
Sono perfino riuscito con il suo aiuto a bloccare mia moglie che voleva iscriversi nuovamente a un master universitario, dopo aver conseguito durante la nostra relazione ben quattro lauree nella stessa specializzazione medica, secondo me con incomprensibili varianti.
Ci ha salvato da un possibile divorzio.
Comunque l’adorabile nonna mi ha guardato con dolcezza, ripetendomi l’invito a seguirla in palestra, aggiungendo soave : ” devo forse telefonare a Londra ? “.
L’argomento e’ stato decisivo, sono scattato in piedi per cambiarmi con una tuta e afferrare la mia sacca.
Non avevo alcuna voglia di sperimentare la sferza del mio caro figliolo londinese, che si può a ragione denominare ” Il Martello di dio “.