Le vacanze natalizie di nonno Talpone nella tranquilla cittadina di Hove, sobborgo di Brighton, stavano passando senza particolari avvenimenti, se non dovessimo citare la folle corsa del tasso irlandese e dello sfortunato marito nelle acque gelide del mare nel primo mattino di Natale, forse in ricordo di qualche lontana cerimonia druidica.
Le giornate erano scandite da abbondanti colazioni all’inglese a base di uova, pancetta, fagioli cotti in brodo di pomodoro e patatine fritte, insomma il solito breakfast britannico che ti permette di sopravvivere per una giornata con colesterolo a mille.
Si susseguivano acquisti cospicui di generi alimentari per placare gli ardori culinari di mamma Istrice, qualche rapido buffet nei bar e doviziosa cena serale con whisky finale e lunghe partite a carte in cui gli ospitanti sbaragliavano vergognosamente i poveri vecchietti con una fortuna veramente vergognosa e disdicevole per degli ospiti.
Un tardo pomeriggio però nonno Talpone era riuscito a sgaiattolare fuori da solo per una passeggiata solitaria, curiosa ed oziosa, senza meta precisa.
Le giornate erano fredde e ventose, anche se meno gelide di Milano, la gente nelle strade, superata la frenesia prenatalizia girava per le strade con maggiore tranquillità, osservando attentamente i saldi che si mostravano nelle vetrine.
Ma queste cose non interessavano molto il nostro amico che amava soprattutto le viuzze e le stradine meno affollate.
Ad un incrocio pedonale del vecchio centro, davanti ad un piccolo pub, aveva scorto, immobile davanti ai vetri gelati e imperlati di vapore, una persona anziana dai folti e irsuti capelli bianchi, con una rigogliosa barba bianco gialliccia, ricoperto da uno sdrucito soprabito di un indefinibile colore chiaro, maculato da macchie grigiastre.
Lo strano personaggio sembrava fissare intensamente l’interno del locale e nonno Talpone non aveva saputo resistere alla tentazione di fermarsi anche lui a guardare che cosa ci fosse di così interessante.
Ma l’interno era affollato e rumoroso come tutti i locali, forse lo sconosciuto cercava qualche conoscente, così, mentre si girava per proseguire altrove, si era sentito chiedere da una voce gracchiante ma gentile se voleva bere un goccio.
Questa è una proposta alla quale nonno Talpone non aveva mai saputo dire di no, quindi aveva accettato l’invito, entrando insieme nel locale e cercando un posto comodo in fondo al bancone.
Si erano ordinate due pinte di birra bitter, gustose ed aromatiche, prodotte da una ditta del posto,ed era sembrato corretto offrire il primo giro di bevande al signore in bianco, che aveva bevuto con evidente piacere un paio di lunghe sorsate, fermandosi poi a raccontare una curiosa storia che voglio ora riferire.